Polisportiva Pozzolese
Polisportiva Pozzolese a.s.d. - sede: Via Reboline, 4 - Pozzolo (MN) - p.i. 01684690207
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La   Polisportiva   Pozzolese   Asd,   in   conformità   alle   disposizioni   di   cui   al   D.   Lgs.   n.   36   del   28   febbraio   2021,   nonché   alle disposizioni   emanate   dalla   Giunta   Nazionale   del   CONI,   dall’Osservatorio   permanente   del   CONI   per   le   Politiche   di   Safeguarding , ha   predisposto   il   "Modello   Organizzativo   e   di   Controllo   dell’Attività   Sportiva"   e   il   "Codice   di   condotta"   quale   processo   di protezione delle persone vulnerabili, bambini e adulti, da molestie, abusi e sfruttamento.    Il Consiglio Direttivo, con sua delibera, ha nominato Responsabile Safeguarding  il presidente Giuseppe Faccincani. MODELLO ORGANIZZATIVO E DI CONTROLLO DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA/ASSOCIATIVA DELLA POLISPORTIVA POZZOLESE ASD Art. 1 – Finalità 1.   Il   presente   documento   disciplina   gli   strumenti   per   la   prevenzione   e   il   contrasto   di   ogni   forma   di   abuso,   molestia,   violenza   di   genere   o discriminazione   per   ragioni   di   etnia,   religione,   convinzioni   personali,   disabilità,   età   o   orientamento   sessuale   ovvero   per   le   ragioni   di   cui al   D.lgs.   n.   198/2006   sui   Tesserati,   specie   se   minori   d’età   nell’ambito   dell’Associazione   Polisportiva   Pozzolese   ASD   (di   seguito   per brevità anche solo “ASD”). 2.   Diritto   fondamentale   dei   Tesserati   è   quello   di   essere   trattati   con   rispetto   e   dignità,   nonché   di   essere   tutelati   da   ogni   forma   di   abuso, molestia,   violenza   di   genere   e   ogni   altra   condizione   di   discriminazione,   prevista   dal   D.lgs.   n.   198/2006,   indipendentemente   da   etnia, convinzioni   personali,   disabilità,   età,   identità   di   genere,   orientamento   sessuale,   lingua,   opinione   politica,   religione,   condizione patrimoniale,   di   nascita,   fisica,   intellettiva,   relazionale   o   sportiva.   Il   diritto   alla   salute   e   al   benessere   psico-fisico   dei   Tesserati costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo.
3.   Il   presente   documento   costituisce   l’insieme   di   Linee   Guida   e   di   Principi   a   cui   la ASD   e   tutti   i Tesserati   presso   lo   stesso   sodalizio   sono   tenuti   ad   uniformarsi   al   fine   di perseguire: a. la promozione dei diritti di cui al precedente comma; b.   la   promozione   di   una   cultura   e   di   un   ambiente   inclusivi   che   assicurino   la   dignità   e   il   rispetto   dei   diritti   di   tutti   i   Tesserati,   specie   se   minori,   e   garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché valorizzino le diversità; c. la consapevolezza dei Tesserati in ordine ai propri diritti doveri, obblighi, responsabilità e tutele; d.   l’individuazione   e   l’attuazione   da   parte   del   sodalizio   di   adeguate   misure,   procedure   e   politiche   di   safeguarding,   anche   in   conformità   con   le   raccomandazioni del Safeguarding Officer delle Federazioni sportive, che riducano i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di Tesserati minori; e. la gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e tutela dei segnalanti; f.   l’informazione   dei   Tesserati,   anche   minori,   sulle   misure   e   procedure   di   prevenzione   e   contrasto   ai   fenomeni   di   abuso,   violenza   e   discriminazione   e,   in particolar modo, sulle procedure per la segnalazione degli stessi; g. la partecipazione del sodalizio e dei Tesserati alle iniziative organizzate nell’ambito delle politiche di safeguarding adottate; h.   il   coinvolgimento   proattivo   di   tutti   coloro   che   partecipano   con   qualsiasi   funzione   o   titolo   all’attività   sportiva   nell’attuazione   delle   misure,   procedure   e politiche di safeguarding della Società. 4.   Il   presente   documento   recepisce   le   disposizioni   di   cui   al   D.lgs.   n.   36   del   28   febbraio   2021   e   al   D.lgs.   n.   39   del   28   febbraio   2021,   le   disposizioni   emanate   dalla Giunta Nazionale del CONI, i Principi Fondamentali approvati dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di safeguarding. Art. 2 – Campo di applicazione 1. I soggetti tenuti al rispetto del presente documento sono: a) i soci e i tesserati presso la Società; b) tutti coloro che trattengono rapporti di lavoro o volontariato con la Società; c) tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con la Società. Art. 3 – Condotte rilevanti 1. Costituiscono comportamenti rilevanti ai fini del presente documento: a.   l’abuso   psicologico,   ossia   qualsiasi   atto   intenzionale   e   indesiderato   incluso   l’isolamento,   il   confinamento,   la   mancanza   di   rispetto,   la   sopraffazione, l’aggressione   verbale,   l’intimidazione   o   qualsiasi   altro   comportamento   che   possa   incidere   negativamente   sul   senso   di   identità,   dignità   e   autostima   o   su emozioni,   cognizioni,   valori   nonché   convinzioni   del   Tesserato   ovvero   tale   da   intimidire,   turbare   o   alterare   la   serenità   del   Tesserato,   anche   se   perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali; b.   l’abuso   fisico,   ossia   qualsiasi   atto   deliberato   e   sgradito,   consumato   o   tentato   (tra   cui   botte,   pugni,   percosse,   soffocamento,   schiaffi,   calci   o   lancio   di oggetti),   idoneo   in   senso   reale   o   potenziale   di   causare,   direttamente   o   indirettamente,   ovvero   intenzionalmente   falsificare   un   danno   alla   salute,   un trauma,   lesioni   fisiche   o   che   danneggi   lo   sviluppo   psico-fisico   del   minore   tanto   da   compromettergli   una   sana   e   serena   crescita.   Tale   atto   può   anche consistere   nel   costringere   un   atleta   a   svolgere   (al   fine   di   una   migliore   performance   sportiva)   un’attività   fisica   inappropriata   come   il   somministrare   carichi   di allenamento   inadeguati   in   base   all’età,   genere,   struttura   e   capacità   fisica   oppure   forzare   ad   allenarsi   atleti   ammalati,   infortunati   o   comunque   doloranti nonché   nell’uso   improprio,   eccessivo,   illecito   o   arbitrario   di   strumenti   sportivi.   In   quest’ambito   rientrano   anche   quei   comportamenti   che   favoriscano   il consumo di alcool o le pratiche di doping, o comunque vietate da norme vigenti; c.   le   molestie,   ossia   qualsiasi   atto   o   comportamento   indesiderato   e   non   gradito   di   natura   sessuale,   sia   esso   verbale,   non   verbale   o   fisico   che   comporti   una grave   noia,   fastidio   o   disturbo.   Tali   atti   o   comportamenti   possono   anche   consistere   nell’assumere   un   linguaggio   del   corpo   inappropriato,   nel   rivolgere osservazioni   o   allusioni   sessualmente   esplicite,   nonché   richieste   indesiderate   o   non   gradite   aventi   connotazione   sessuale,   ovvero   telefonate,   messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante; d.   abuso   sessuale,   ossia   qualsiasi   comportamento   o   condotta   avente   connotazione   sessuale,   senza   contatto,   o   con   contatto   e   considerata   non   desiderata,   o   il cui   consenso   è   costretto,   manipolato,   non   dato   o   negato.   Può   consistere   anche   nel   costringere   un   Tesserato   a   porre   in   essere   condotte   sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il Tesserato in condizioni e contesti non appropriati e.   la   violenza   di   genere,   ossia   tutte   quelle   forme   di   violenza   da   quella   psicologica   e   fisica   a   quella   sessuale,   dagli   atti   persecutori   a   quelli   discriminatori   in base al sesso; f.   il   bullismo   (o   il   cyberbullismo,   se   condotto   online),   ossia   qualsiasi   comportamento   offensivo   e/o   aggressivo   da   parte   di   uno   o   più   soggetti,   personalmente, anche   attraverso   i   social   network   o   altri   strumenti   di   comunicazione,   sia   che   si   tratti   di   caso   isolato   sia   di   atti   ripetuti   nel   tempo,   ai   danni   di   uno   o   più Tesserati   con   lo   scopo   di   esercitare   un   potere   o   un   dominio   sugli   stessi.   Possono   anche   consistere   in   comportamenti   di   prevaricazione   e   sopraffazione ripetuti   e   atti   ad   intimidire   o   turbare   un   Tesserato   che   determinano   una   condizione   di   disagio,   insicurezza,   paura,   esclusione   o   isolamento   (tra   cui umiliazioni,   critiche   riguardanti   l’aspetto   fisico,   minacce   verbali,   anche   in   relazione   alla   performance   sportiva,   diffusione   di   notizie   infondate,   minacce   di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima); g.   nonnismo   (c.d.   “hazing”),   ossia   ogni   condotta   che   coinvolge   un’iniziazione   umiliante   e/o   pericolosa   dei   nuovi   membri   da   parte   dei   membri   veterani   del medesimo gruppo; h.   abuso   di   matrice   religiosa,   ossia   l’impedimento,   il   condizionamento   o   la   limitazione   del   diritto   di   professare   liberamente   la   propria   fede   religiosa   e   di esercitarne in privato o in pubblico il culto purché non si tratti di riti contrari al buon costume; i.   l’abuso   dei   mezzi   di   correzione,   ossia   l’oltrepassare   i   limiti   dell’uso   del   potere   correttivo   e   disciplinare   spettante   a   un   soggetto   nei   confronti   della   persona offesa,   che   viene   dunque   esercitato   con   modalità   non   adeguate   o   al   fine   di   perseguire   un   interesse   diverso   da   quello   per   il   quale   tale   potere   è   conferito dall’ordinamento federale; j.   negligenza   (c.d.   “negligence”)   ossia   il   mancato   intervento   di   un   Tesserato,   anche   in   ragione   dei   doveri   che   derivano   dalla   sua   carica,   incarico,   officio,   il quale,   presa   conoscenza   di   uno   degli   eventi   disciplinati   dal   presente   Regolamento,   omette   di   intervenire   e/o   di   segnalare   al   Safeguarding   Officer   –   la   cui disciplina   interessa   la   trattazione   del   successivo   Titolo   II   del   presente   Regolamento   –   o   alla   Procura   Federale,   causando   un   danno,   permettendo   che   venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno; k. incuria (c.d. “neglect”) ossia la mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo; l.   altri   comportamenti   discriminatori,   qualsiasi   altro   comportamento   finalizzato   a   conseguire   un   effetto   discriminatorio   basato   su   etnia,   colore,   caratteristiche fisiche, genere, status social-economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale. 2. Costituiscono altresì condotte rilevanti tutti quei comportamenti ulteriori che siano ostativi al raggiungimento delle finalità di cui all’art. 1. Art. 4 – Principi 1. I soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti ad uniformare i propri comportamenti ai seguenti principi: a) assicurare un ambiente ispirato a principi di uguaglianza e di tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona; b)   riservare   ad   ogni   Tesserato   attenzione,   impegno,   rispetto   e   dignità,   garantendo   uguali   condizioni   senza   distinzioni   di   età,   etnia,   condizione   sociale,   opinione politica, convinzione religiosa, genere, orientamento sessuale, disabilità e altro; c)   prestare   la   dovuta   attenzione   ad   eventuali   situazioni   di   disagio,   percepite   o   conosciute   anche   indirettamente,   con   particolare   attenzione   a   circostanze   che riguardino minorenni; d) segnalare senza indugio ogni circostanza di interesse agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza; e)   confrontarsi   con   il   Responsabile   contro   abusi,   violenze   e   discriminazioni   della ASD   ove   sia   abbia   il   sospetto   che   possano   essere   poste   in   essere   condotte   rilevanti ai sensi del presente documento; f)   far   svolgere   l’attività   sportiva/associativa   nel   rispetto   dello   sviluppo   fisico,   sportivo   ed   emotivo   dell’allievo,   tenendo   in   considerazione   anche   interessi   e   bisogni dello stesso; g)   programmare   e   gestire   l’attività,   anche   in   occasione   delle   trasferte,   individuando   soluzioni   organizzative   e   logistiche   atte   a   prevenire   situazioni   di   disagio   e/o comportamenti inappropriati; h)   ottenere,   in   caso   di   associati   minorenni,   e   conservare   l’autorizzazione   scritta   dagli   esercenti   la   responsabilità   genitoriale   qualora   siano   programmate   attività sportive/associative singole/o in orari in cui gli spazi utilizzati per l’attività sportiva/associativa non sia usualmente frequentata; i) prevenire, durante l’attività sportiva/associativa, tutti i comportamenti e le condotte sopra descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo; j)   spiegare   in   modo   chiaro   ai   fruitori   dello   spazio   in   cui   si   sta   svolgendo   l’attività   sportiva/associativa,   che   gli   apprezzamenti,   i   commenti   e   le   valutazioni   che   non siano   strettamente   inerenti   alla   prestazione   sportiva/associativa   e   compresi   tra   quelli   indicati   dal   presente   documento   possono   essere   lesivi   della   dignità,   del decoro e della sensibilità della persona; k) favorire la rappresentanza paritaria di genere, nel rispetto della normativa applicabile. Art. 5 – Tutela dei minori 1.   La   Società,   quando   instaura   un   rapporto   di   lavoro   –   a   prescindere   dalla   forma   –   con   soggetti   chiamati   a   svolgere   mansioni   comportanti   contatti   diretti   e   regolari con minori è tenuto a richiedere preventivamente copia del certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente. Art. 6 – Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni 1.   Allo   scopo   di   prevenire   e   contrastare   ogni   tipo   di   abuso,   violenza   e   discriminazione   sui   Tesserati   nonché   per   garantire   la   protezione   dell’integrità   fisica   e   morale degli   sportivi/associati,   anche   ai   sensi   dell’art.   33,   comma   6,   del   D.lgs.   n.   36/2021,   la   Società   nomina   un   Responsabile   contro   abusi,   violenze   e   discriminazioni   e lo comunica al CSI (o Federazione sportiva) all’atto di affiliazione e riaffiliazione/aggregazione e riaggregazione. 2.   Il   Responsabile   contro   abusi,   violenze   e   discriminazioni   deve   essere   nominato   nell’ambito   di   ciascun Affiliato   tra   persone   di   comprovata   moralità   e   competenza   in possesso dei seguenti requisiti: a. essere regolarmente tesserato CSI (o Federazione sportiva); b. essere in possesso della cittadinanza italiana; c.   non   aver   riportato   condanne   penali   passate   in   giudicato   per   reati   non   colposi   a   pene   detentive   superiori   ad   un   anno   ovvero   a   pene   che   comportino l’interdizione dai pubblici uffici superiori ad un anno; d.   non   aver   riportato   nell’ultimo   decennio,   salva   riabilitazione,   squalifiche   o   inibizioni   sportive   definitive   complessivamente   superiori   ad   un   anno,   da   parte   delle FSN, delle DSA, degli EPS e del CONI o di organismi sportivi internazionali riconosciuti. 3.   La   nomina   del   Responsabile   è   adeguatamente   resa   pubblica   nell’ambito   del   rispettivo   sodalizio   (mediante   immediata   affissione   presso   la   sede   e   pubblicazione   sulla rispettiva   homepage,   se   nella   disponibilità   del   sodalizio,   del   nominativo   e   dei   contatti)   e   inserita   nel   sistema   gestionale   federale,   secondo   le   procedure   previste dalla regolamentazione federale. 4. Il Responsabile dura in carica 6 anni e può essere riconfermato. 5.   In   caso   di   cessazione   del   ruolo   di   Responsabile   contro   abusi,   violenze   e   discriminazioni,   per   dimissioni   o   per   altro   motivo,   il   sodalizio   provvede   entro   30   giorni   alla nomina di un nuovo Responsabile inserendola nel sistema gestionale federale, secondo le procedure previste dalla regolamentazione federale. 6.   La   nomina   di   Responsabile   contro   abusi,   violenze   e   discriminazioni   può   essere   revocata   ancora   prima   della   scadenza   del   termine   per   gravi   irregolarità   di   gestione   o di   funzionamento,   con   provvedimento   motivato   dell’organo   preposto   del   sodalizio.   Della   revoca   e   delle   motivazioni   è   data   tempestiva   notizia   al   Safeguarding Officer del CSI (o Federazione sportiva). Il sodalizio provvede alla sostituzione con le modalità di cui al precedente comma. 7. Il Responsabile è tenuto a: a)   vigilare   sulla   corretta   applicazione   del   Regolamento   per   la   prevenzione   e   il   contrasto   ad   abusi,   violenze   e   discriminazioni   sui   Tesserati”   nonché   sulla   corretta applicazione e aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta adottati dagli stessi; b)   adottare   le   opportune   iniziative,   anche   con   carattere   d’urgenza   (c.d.   “quick-response”),   per   prevenire   e   contrastare   nell’ambito   del   proprio   sodalizio   ogni forma di abuso, violenza e discriminazione nonché ogni iniziativa di sensibilizzazione che ritiene utile e opportuna; c) segnalare al Safeguarding Officer eventuali condotte rilevanti e fornire allo stesso ogni informazione o documentazione richiesta; d) rispettare gli obblighi di riservatezza previsti dal Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” della ASD; e)   formulare   all’organo   preposto   le   proposte   di   aggiornamento   dei   Modelli   organizzativi   e   di   controllo   dell’attività   sportiva   e   dei   Codici   di   condotta,   tenendo conto delle caratteristiche del sodalizio; f)   valutare   annualmente   le   misure   dei   modelli   organizzativi   e   di   controllo   dell’attività   sportiva   e   dei   codici   di   condotta   nell’ambito   del   proprio   sodalizio, eventualmente sviluppando e attuando sulla base di tale valutazione un piano d’azione al fine risolvere le criticità riscontrate; g) partecipare all’attività obbligatoria formativa. Art. 7 – Dovere di segnalazione 1.   Chiunque   venga   a   conoscenza   di   comportamenti   rilevanti   ai   sensi   del   precedente   art.   3   e   che   coinvolgano   Tesserati,   specie   se   minorenni,   è   tenuti   a   darne immediata comunicazione al Procuratore Federale e/o tramite il Safeguarding Officer. 2.   Chiunque   sospetta   comportamenti   rilevanti   ai   sensi   del   presente   Regolamento   può   confrontarsi   con   il   Responsabile   contro   abusi,   violenze   e   discriminazioni   del sodalizio di appartenenza o direttamente con il Safeguarding Officer del CSI o Federazione sportiva di riferimento. Art. 8 – Diffusione ed attuazione 1.   La   Società,   anche   avvalendosi   del   supporto   del   Responsabile   contro   abusi,   violenze   e   discriminazioni,   si   impegna   alla   pubblicazione   e   alla   capillare   diffusione   del presente   documento   e   del   Codice   di   condotta   a   tutela   dei   minori   e   per   la   prevenzione   delle   molestie,   della   violenza   di   genere   e   di   ogni   altra   condizione   di discriminazione   (all. A)   tra   i   propri   Soci/Tesserati   e   i   propri   volontari   che,   a   qualsiasi   titolo   e   ruolo,   sono   coinvolti   nell’attività   sportiva/associativa,   alla   messa   a disposizione   di   ogni   possibile   strumento   che   ne   favorisca   la   piena   applicazione,   allo   svolgimento   di   verifiche   in   ordine   ad   ogni   notizia   di   violazione   delle   norme nonché alla condivisione di materiale informativo finalizzato alla sensibilizzazione su e alla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi/associati. 2.   Il   presente   documento   è   pubblicato   sul   sito   internet   del   sodalizio,   se   nella   sua   disponibilità,   e/o   affisso   presso   la   sede   dello   stesso   ed   è   portato   a   conoscenza   di tutti   i   collaboratori,   qualunque   sia   il   motivo   della   collaborazione,   al   momento   in   cui   si   instaura   il   rapporto   con   la   Società   o   che   ne   richiederà   il   rispetto prevedendo, in caso di inosservanza, adeguate sanzioni disciplinari o contrattuali. Art. 9 – Norme finali 1.   Il   presente   documento   è   aggiornato   dall’organo   direttivo   della   Società   con   cadenza   almeno   quadriennale   e   ogni   qual   volta   necessario   al   fine   di   recepire   le eventuali   ulteriori   disposizioni   emanate   dalla   Giunta   Nazionale   del   CONI,   eventuali   modifiche   e   integrazioni   dei   Principi   Fondamentali   approvati   dall’Osservatorio Permanente   del   CONI   per   le   politiche   di   safeguarding   ovvero   le   sue   raccomandazioni   nonché   eventuali   modifiche   e   integrazioni   delle   disposizioni   del   del   CSI   o Federazione sportiva di riferimento. 2. Eventuali proposte di modifiche al presente documento dovranno essere sottoposte ed approvate dall’organo preposto della Società. 3.   Per   quanto   non   esplicitamente   previsto   si   rimanda   a   quanto   previsto   dalla   normativa,   inclusi   il   Regolamento   per   la   prevenzione   e   il   contrasto   ad   abusi,   violenze   e discriminazioni sui Tesserati e il Codice Etico, dal Codice di Comportamento sportivo approvato dal CONI. 4. Il presente Regolamento, approvato dall’organo direttivo, entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione.
CODICE DI CONDOTTA A TUTELA DEI MINORI E PER LA PREVENZIONE DELLE MOLESTIE, DELLA VIOLENZA DI GENERE E DI OGNI ALTRA CONDIZIONE DI DISCRIMINAZIONE della POLISPORTIVA POZZOLESE ASD Ogni Tesserato è tenuto a mantenere un ambiente sportivo rispettoso, equo e privo di qualsiasi forma di abuso, violenza e discriminazione. Diritto   fondamentale   di   ogni   Tesserato   è   quello   di   essere   trattato   con   rispetto   e   dignità,   nonché   di   essere   tutelato   da   ogni   forma   di   abuso,   molestia,   violenza   di genere   e   ogni   altra   condizione   di   discriminazione,   prevista   dal   D.lgs.   n.   198/2006,   indipendentemente   da   etnia,   convinzioni   personali,   disabilità,   età,   identità   di genere,   orientamento   sessuale,   lingua,   opinione   politica,   religione,   condizione   patrimoniale,   di   nascita,   fisica,   intellettiva,   relazionale   o   sportiva.   Il   diritto   alla salute e al benessere psico-fisico di ciascun Tesserato costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo. Non   sono   consentite   discriminazioni   di   alcun   genere,   che   siano   essere   basate   su   razza,   colore,   sesso,   orientamento   sessuale,   lingua,   religione,   opinione   politica   o   di altra natura, nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura. In   caso   di   violazione   delle   norme   previste   per   la   prevenzione   e   il   contrasto   di   ogni   forma   di   abuso,   molestia,   violenza   di   genere   o   discriminazione,   il   regime sanzionatorio applicabile si differenzierà a seconda del ruolo che il soggetto riveste in ASD, secondo quanto stabilito dal “Regolamento Safeguarding”.
CONDOTTE VIETATE Abuso psicologico Abuso fisico Molestie sessuali Abuso sessuale Violenza di genere Bullismo (o cyberbullismo, se condotto online) Nonnismo (c.d. “hazing”) Abuso di matrice religiosa Abuso dei mezzi di correzione Negligenza (c.d. “negligence”) Incuria (c.d. “neglect”) Altri comportamenti discriminatori
DESCRIZIONE Qualsiasi   atto   intenzionale   e   indesiderato   incluso   l’isolamento,   il   confinamento,   la   mancanza   di   rispetto,   la   sopraffazione, l’aggressione   verbale,   l’intimidazione   o   qualsiasi   altro   comportamento   che   possa   incidere   negativamente   sul   senso   di identità,   dignità   e   autostima   o   su   emozioni,   cognizioni,   valori   nonché   convinzioni   del   Tesserato   ovvero   tale   da   intimidire, turbare o alterare la serenità del Tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali. Qualsiasi   atto   deliberato   e   sgradito,   consumato   o   tentato   (tra   cui   botte,   pugni,   percosse,   soffocamento,   schiaffi,   calci   o lancio   di   oggetti),   idoneo   in   senso   reale   o   potenziale   di   causare,   direttamente   o   indirettamente,   ovvero   intenzionalmente falsificare   un   danno   alla   salute,   un   trauma,   lesioni   fisiche   o   che   danneggi   lo   sviluppo   psico-fisico   del   minore   tanto   da compromettergli   una   sana   e   serena   crescita. Tale   atto   può   anche   consistere   nel   costringere   un   atleta   a   svolgere   (al   fine   di una    migliore    performance    sportiva)    un’attività    fisica    inappropriata    come    il    somministrare    carichi    di    allenamento inadeguati   in   base   all’età,   genere,   struttura   e   capacità   fisica   oppure   forzare   ad   allenarsi   atleti   ammalati,   infortunati   o comunque   doloranti   nonché   nell’uso   improprio,   eccessivo,   illecito   o   arbitrario   di   strumenti   sportivi.   In   quest’ambito rientrano   anche   quei   comportamenti   che   favoriscano   il   consumo   di   alcool   o   le   pratiche   di   doping,   o   comunque   vietate   da norme vigenti. Qualsiasi   atto   o   comportamento   indesiderato   e   non   gradito   di   natura   sessuale,   sia   esso   verbale,   non   verbale   o   fisico   che comporti   una   grave   noia,   fastidio   o   disturbo.   Tali   atti   o   comportamenti   possono   anche   consistere   nell’assumere   un linguaggio    del    corpo    inappropriato,    nel    rivolgere    osservazioni    o    allusioni    sessualmente    esplicite,    nonché    richieste indesiderate   o   non   gradite   aventi   connotazione   sessuale,   ovvero   telefonate,   messaggi,   lettere   od   ogni   altra   forma   di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante. Qualsiasi   comportamento   o   condotta   avente   connotazione   sessuale,   senza   contatto,   o   con   contatto   e   considerata   non desiderata,   o   il   cui   consenso   è   costretto,   manipolato,   non   dato   o   negato.   Può   consistere   anche   nel   costringere   un Tesserato   a   porre   in   essere   condotte   sessuali   inappropriate   o   indesiderate,   o   nell’osservare   il   Tesserato   in   condizioni   e contesti non appropriati. Tutte   quelle   forme   di   violenza   da   quella   psicologica   e   fisica   a   quella   sessuale,   dagli   atti   persecutori   a   quelli   discriminatori in base al sesso. Qualsiasi   comportamento   offensivo   e/o   aggressivo   da   parte   di   uno   o   più   soggetti,   personalmente,   anche   attraverso   i   social network   o   altri   strumenti   di   comunicazione,   sia   che   si   tratti   di   caso   isolato   sia   di   atti   ripetuti   nel   tempo,   ai   danni   di   uno   o più   Tesserati   con   lo   scopo   di   esercitare   un   potere   o   un   dominio   sugli   stessi.   Possono   anche   consistere   in   comportamenti   di prevaricazione   e   sopraffazione   ripetuti   e   atti   ad   intimidire   o   turbare   un   Tesserato   che   determinano   una   condizione   di disagio,   insicurezza,   paura,   esclusione   o   isolamento   (tra   cui   umiliazioni,   critiche   riguardanti   l’aspetto   fisico,   minacce verbali,   anche   in   relazione   alla   performance   sportiva,   diffusione   di   notizie   infondate,   minacce   di   ripercussioni   fisiche   o   di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima). Ogni   condotta   che   coinvolge   un’iniziazione   umiliante   e/o   pericolosa   dei   nuovi   membri   da   parte   dei   membri   veterani   del medesimo gruppo. L’impedimento,   il   condizionamento   o   la   limitazione   del   diritto   di   professare   liberamente   la   propria   fede   religiosa   e   di esercitarne in privato o in pubblico il culto purché non si tratti di riti contrari al buon costume. L’oltrepassare   i   limiti   dell’uso   del   potere   correttivo   e   disciplinare   spettante   a   un   soggetto   nei   confronti   della   persona offesa,   che   viene   dunque   esercitato   con   modalità   non   adeguate   o   al   fine   di   perseguire   un   interesse   diverso   da   quello   per   il quale tale potere è conferito dall’ordinamento federale. Mancato   intervento   di   un   Tesserato,   anche   in   ragione   dei   doveri   che   derivano   dalla   sua   carica,   il   quale,   presa   conoscenza di   uno   degli   eventi   disciplinati   dal   presente   Regolamento,   omette   di   intervenire   e/o   di   segnalare   al   Safeguarding   Officer e/o    alla    Procura    Federale,    causando    un    danno,    permettendo    che    venga    causato    un    danno    o    creando    un    pericolo imminente di danno. La mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo. Qualsiasi   altro   comportamento   finalizzato   a   conseguire   un   effetto   discriminatorio   basato   su   etnia,   colore,   caratteristiche fisiche,    genere,    status    social-economico,    prestazioni    sportive    e    capacità    atletiche,    religione,    convinzioni    personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
È   da   intendersi   vietata   ogni   altra   condotta   che   possa   pregiudicare   il   mantenimento   di   un   ambiente   sportivo   rispettoso,   equo   e   privo   di   qualsiasi   forma   di   abuso, violenza e discriminazione. NORME DI CONDOTTA GENERALI I Tesserati e chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva/associativa non devono: discriminare   e   avere   qualsiasi   atteggiamento   inappropriato   fondato   su   razza,   colore,   sesso,   orientamento   sessuale,   lingua,   religione,   opinione   politica   o   di   altra natura, nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura; colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o psicologicamente un’altra persona; avere atteggiamenti nei confronti di altri che - anche sotto il profilo psicologico - possano influire negativamente sul loro sviluppo armonico e socio-relazionale; agire con comportamenti che siano di esempio negativo, specialmente per i minori; avere relazioni con minori che possano essere in qualche modo considerate di natura sessuale, sfruttamento, maltrattamento o abuso; agire in modi che possano essere abusivi; usare un linguaggio, dare suggerimenti o consigli, offensivi o abusivi; comportarsi in maniera inappropriata o sessualmente provocante; stabilire   o   intrattenere   contatti   con   minori   Tesserati   utilizzando   strumenti   di   comunicazione   online   personali   (email,   chat,   social   network,   etc.)   che   esulino   da quelli strettamente funzionali all’attività istituzionale. tollerare o partecipare a comportamenti di altri soggetti che sono illegali, o abusivi o che mettano a rischio la loro sicurezza; invitare a momenti conviviali non istituzionali atleti minorenni, salvo il consenso dell’esercente la responsabilità genitoriale; agire in modo da far vergognare, umiliare, sminuire o disprezzare gli altri, o perpetrare qualsiasi altra forma di abuso emotivo; discriminare, trattare in modo differente o favorire alcuni soggetti escludendone altri. DOVERI E OBBLIGHI DEI TESSERATI I Tesserati devono: comportarsi   secondo   lealtà,   probità   e   correttezza   nello   svolgimento   di   ogni   attività   connessa   o   collegata   all’ambito   sportivo/associativo   e   tenere   una   condotta improntate al rispetto nei confronti degli altri Tesserati; astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in situazioni ludiche, per gioco o per scherzo; garantire la sicurezza e la salute degli altri Tesserati, impegnandosi a creare e a mantenere un ambiente sano, sicuro e inclusivo; impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri Tesserati nei percorsi educativi e formativi; impegnarsi   a   creare,   mantenere   e   promuovere   un   equilibrio   sano   tra   ambito   personale   e   sportivo,   valorizzando   anche   i   profili   ludici,   relazionali   e   sociali dell’attività sportiva/associativa; prevenire e disincentivare dispute, contrasti e dissidi anche mediante l’utilizzo di una comunicazione sana, efficace e costruttiva; affrontare in modo proattivo comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi; collaborare con gli altri Tesserati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi, violenze e discriminazioni (individuali o collettivi); segnalare   senza   indugio   al   Responsabile   di   cui   al   comma   2   dell’art.   5   situazioni,   anche   potenziali,   che   espongano   sé   o   altri   a   pregiudizio,   pericolo,   timore   o disagio. DOVERI E OBBLIGHI DEI DIRIGENTI SPORTIVI E DEI TECNICI I Dirigenti sportivi e i Tecnici devono: agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione; astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o influenza nei confronti dei Tesserati, specie se minori; contribuire alla formazione e alla crescita armonica dei Tesserati, specie se minori; evitare ogni contatto fisico non necessario con i Tesserati, specie se minori; promuovere    un    rapporto    tra    Tesserati    improntato    al    rispetto    e    alla    collaborazione,    prevenendo    situazioni    disfunzionali,    che    creino,    anche    mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore; porre   in   essere,   in   occasione   delle   trasferte,   soluzioni   logistiche   atte   a   prevenire   situazioni   di   disagio   e/o   comportamenti   inappropriati,   coinvolgendo   nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero i soggetti preposti alla vigilanza; impiegare le necessarie competenze professionali nell’eventuale programmazione e/o gestione di regimi alimentari in ambito sportivo; segnalare tempestivamente eventuali indicatori di disturbi alimentari degli atleti loro affidati; dichiarare cause di incompatibilità e conflitti di interesse; sostenere i valori dello sport, altresì educando al ripudio di sostanze o metodi vietati per alterare le prestazioni sportive dei Tesserati; conoscere,   informarsi   e   aggiornarsi   con   continuità   sulle   politiche   di   safeguarding,   sulle   misure   di   prevenzione   e   contrasto   agli   abusi,   violenze   e   discriminazioni, nonché sulle più moderne metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo; segnalare   senza   indugio   al   Responsabile   della   Polisportiva   Pozzolese ASD   e/o   il   Safeguarding   Officer   delle   Federazioni   sportive   situazioni,   anche   potenziali,   che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio. DOVERI E OBBLIGHI DEGLI ATLETI Gli atleti devono: rispettare il principio di solidarietà tra atleti, favorendo assistenza e sostegno reciproco; comunicare   le   proprie   aspirazioni   ai   dirigenti   sportivi   e   ai   tecnici   e   valutare   in   spirito   di   collaborazione   le   proposte   circa   gli   obiettivi   educativi   e   formativi   e   le modalità   di   raggiungimento   di   tali   obiettivi,   anche   con   il   supporto   di   coloro   che   esercitano   la   responsabilità   genitoriale   o   tutoria   ovvero   con   i   soggetti   preposti alla vigilanza, eventualmente confrontandosi con gli altri atleti; comunicare a dirigenti sportivi e tecnici situazioni di ansia, timore o disagio che riguardino sé o altri; prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore negli altri atleti; rispettare e tutelare la dignità, la salute e il benessere degli altri atleti e, più in generale, di tutti i soggetti coinvolti nelle attività sportive; rispettare la funzione educativa e formativa dei dirigenti sportivi e dei tecnici; mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque coinvolto nelle attività sportive; riferire qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza; evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e tecnici, anche in occasione di trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni; astenersi   dal   diffondere   materiale   fotografico   e   video   di   natura   privata   o   intima   ricevuto,   segnalando   comportamenti   difformi   a   coloro   che   esercitano   la responsabilità   genitoriale   o   tutoria   ovvero   ai   soggetti   preposti   alla   vigilanza,   nonché   al   Responsabile   del   Safeguarding   e/o   il   Safeguarding   Officer   di   Federazione sportiva; segnalare   senza   indugio   al   Responsabile   della   Polisportiva   Pozzolese   ASD   e/o   il   Safeguarding   Officer   di   Federazione   sportiva   situazioni,   anche   potenziali,   che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio. NORME SPECIFICHE DI CONDOTTA NELL’ATTIVITÀ CON I MINORI Quando si svolge attività con i minori è necessario: organizzare l’attività in modo tale da minimizzare i rischi; essere visibili da altri adulti, per quanto possibile, mentre si svolge attività con minori; consentire,   ove   possibile   e   nel   rispetto   delle   prescrizioni   di   sicurezza,   l’accesso   agli   impianti   durante   allenamenti   e   sessioni   di   prova   a   coloro   che   esercitano   la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza; ottenere   e   conservare   l’autorizzazione   scritta   dagli   esercenti   la   responsabilità   genitoriale   qualora   siano   programmate   sedute   di   allenamento   singole   e/o   in   orari in cui gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non sia usualmente frequentata; astenersi   dall’utilizzo,   dalla   riproduzione   e   dalla   diffusione   di   immagini   o   video   dei   Tesserati   minori,   se   non   per   finalità   educative   e   formative,   acquisendo   le necessarie autorizzazioni da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero dai soggetti preposti alla vigilanza; astenersi dal creare situazioni di intimità con il Tesserato minore; comunicare   e   condividere   con   il   Tesserato   minore   gli   obiettivi   educativi   e   formativi,   illustrando   le   modalità   con   cui   si   intendono   perseguire   tali   obiettivi   e coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero i soggetti preposti alla vigilanza; astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con il Tesserato minore, anche mediante social network; interrompere   senza   indugio   ogni   contatto   con   il   Tesserato   minore   qualora   si   riscontrino   situazioni   di   ansia,   timore   o   disagio   derivanti   dalla   propria   condotta, attivando il Responsabile della Polisportiva Pozzolese ASD; garantire   la   diffusione   e   il   mantenimento   di   una   cultura   di   apertura   che   permetta   al   personale,   ai   rappresentanti,   ai   minori   e   a   chi   si   prende   cura   di   loro   di sollevare e discutere con facilità ogni tipo di argomento e preoccupazione; instaurare un rapporto equilibrato con coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero con i soggetti preposti alla vigilanza; comunicare   ai   minori   che   tipo   di   rapporto   si   debbono   aspettare   di   avere   con   i   tecnici   e   gli   altri   soggetti   frequentatori   il   sodalizio   e   incoraggiarli   a   segnalare qualsiasi tipo di preoccupazione; valorizzare   le   capacità   e   le   competenze   dei   minori   e   discutere   con   loro   dei   loro   diritti,   di   cosa   è   accettabile   e   cosa   non   lo   è,   di   cosa   possono   fare   nel   caso   in   cui emerga un qualsiasi problema; mantenere un elevato profilo personale e professionale; trattare i minori in modo giusto, onesto e con dignità e rispetto; incoraggiare la partecipazione dei minori in modo da sviluppare anche la loro capacità di auto tutela. Segnali di disagio e malessere dei minori A titolo esemplificativo, sono considerati indicatori di disagio e malessere: cambi repentini e non giustificati di comportamento (a titolo esemplificativo, riduzione della concentrazione, isolarsi, diventare appiccicosi, depressi, spaventati, con sbalzi d’umore, riluttanza ad allenarsi o a partecipare alle gare) che possono essere accompagnati da cali della performance sportiva; disturbi dell’alimentazione; segni evidenti fisici o cambiamenti comportamentali repentini o messaggi verbali diretti e/o indiretti di difficoltà; ferite come contusioni inspiegabili o sospette, tagli o bruciature, in modo particolare se si trovano su parti del corpo normalmente non soggette a tali tipi di lesioni e che non siano compatibili con l’attività fluviale; una ferita per la quale la spiegazione non sembra plausibile; il minore che descrive quella che potrebbe apparire un’azione di abuso che lo abbia coinvolto; diffidenza nei confronti di allenatori, accompagnatori, dirigenti o altri adulti con i quali il minore dovrebbe avere un buon rapporto di fiducia; trascuratezza e frequente perdita di effetti personali. La presenza di uno o più di questi indicatori non definisce da sé la prova della presenza di un abuso, violenza o molestia. Tali elementi devono essere valutati anche tenendo in conto delle condotte tipiche dei minori connesse ad alcune fasi di sviluppo e della crescita, quali quelle della preadolescenza ed adolescenza, quando cambi di umore e di comportamento repentini sono condotte che si manifestano molto spesso in assenza di abuso, violenza e/o molestia. PROCEDURE DI SELEZIONE DEGLI OPERATORI SPORTIVI Il sodalizio quando instaura un rapporto di lavoro – a prescindere dalla forma – con operatori chiamati a svolgere mansioni comportanti contatti diretti e regolari con minori richiede preventivamente copia del certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente. COMPORTAMENTO DA TENERE IN PRESENZA DI UNA POSSIBILE CONDOTTA RILEVANTE Tutti i Tesserati devono essere vigili nell’identificare situazioni che possano comportare rischi per gli altri e devono riportare ogni preoccupazione, sospetto o certezza circa un possibile abuso, maltrattamento, violenza o discriminazione verso altri al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della Polisportiva Pozzolese ASD o al Safeguarding Officer di Federazione sportiva di riferimento. Chiunque sospetti comportamenti rilevanti può confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni del sodalizio di appartenenza. In caso di minori coinvolti può essere opportuno segnalare in maniera tempestiva eventuali segnali di malessere all’esercente la responsabilità genitoriale. Possono verificarsi però situazioni nelle quali collaborare con gli esercenti la responsabilità genitoriale potrebbe rivelarsi non sufficiente o addirittura un danno anziché un beneficio: per esempio se uno dei genitori fosse responsabile dell’abuso o se un uno di essi si dimostrasse incapace di affrontare in maniera adeguata la situazione. In questi casi sarebbe opportuno confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni del sodalizio. RISERVATEZZA Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della Polisportiva Pozzolese ASD e il Safeguarding Officer di Federazione sportiva sono tenuti agli obblighi di riservatezza previsti dal Regolamento Safeguarding. L’identità del segnalante non può essere rivelata a persone diverse da quelle competenti a ricevere o a dare seguito alle segnalazioni. La protezione riguarda non solo il nominativo del segnalante ma anche tutti gli elementi della segnalazione dai quali si possa ricavare, anche indirettamente, l’identificazione del segnalante.